Si è conclusa, in primo grado, la nota vicenda che, nel 2016, vide protagonisti due agenti della Polizia locale di Bari che, a seguito di sanzione ad un automobilista per violazioni al codice della strada, venivano da questi aggrediti e minacciati.

Così, difatti, con sentenza resa nell’ambito del processo penale, il Tribunale di Bari ha condannato l’uomo ad un anno di reclusione e al pagamento di un risarcimento danni con provvisionale di 5 mila euro.

 
I due agenti, che nel processo si erano costituiti parti civili per il tramite della difesa resa dall’Avv. Roberto Di Marzo (studio FPS - Bari), coadiuvato dall’Avv. Francesco Pantaleo (Legal in Lab - Bari), entrambi appartenenti al Foro di Bari, hanno ottenuto il ristoro delle lesioni subite.


Una sentenza giusta, non solo in termini di esito, bensì – primariamente – rispetto al giusto riconoscimento in favore degli agenti e, nella totalità, di tutti gli operatori che giornalmente mettono a rischio la loro vita per la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini.

Invero, non può essere sottaciuta la circostanza che siffatta vicenda vada inquadrata all’interno di un più ampio discorso sulla sicurezza da riconoscersi in favore di tutte le forze armate, segnatamente a quelle con le qualifiche e le funzioni di agenti di pubblica sicurezza.

Non a caso, tale tematica è stata oggetto di ampia discussione proprio in occasione delle “Giornate di Polizia Locale e Sicurezza Urbana” organizzate dall’IPA, svolte lo scorso settembre in Rimini, nelle quali, a gran voce e all’unisono, si è ribadita la necessità di una maggiore assistenza nei confronti degli agenti a tutela della loro salute, incolumità e, più in generale, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro a difesa dell'ordine e della pubblica sicurezza.

Ci si auspica, pertanto, che il nostro ordinamento possa prevedere, in un futuro non troppo lontano, una riforma organica e sistematica dell’intera materia volta al riconoscimento delle esigenza di maggiore prevenzione e tutela dei diritti e dei valori degli agenti.